SALERNO AMMINISTRATIVE – La Ferrazzano è l’anti De Luca e Cirielli azzera il Centrodestra

La Sfida è Partita. E’ la Ferrazzano a sfidare De Luca. La scelta affidata ad un sondaggio come per lanciare un dentifricio.

Cirielli chiude all’UdC di De Mita, taglia fuori FLI di Fini, non coinvolge i partiti minori, spacca il Pdl e lascia fuori anche la Carfagna.

Anna Ferrazzano

SALERNO – Sarà Anna Ferrazzano, Vice presidente della Provincia di Salerno, Assessore alle Pari Opportunità, sotto l’insegna del PdL, a sfidare il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca.

Anna Ferrazzano. Quarantadue anni, Avvocato, un figlio, sposata con il vice direttore del quotidiano Roma Andrea Manzi.  È risultata, secondo un sondaggio commissionato dal PdL, capace di convogliare il 44- 45% delle preferenze dei salernitani.

La scelta, come per lanciare un dentifricio, è stata affidata ad un sondaggio. Ad annunciarlo è stato il Presidente della Provincia Edmondo Cirielli, il quale snocciolando i risultati del sondaggio commissionato alla IPR Marketing, ed esprimendo soddisfazione, ha reso pubblico il suo obiettivo di arrivare al ballottaggio e poi successivamente dare l’ultima spallata e vincere le elezioni.

Sondaggio che vedrebbe sempre in testa Vincenzo De Luca al 51%, seguito da Anna Ferrazzano 44% e Salvatore Memoli 5%, e indicherebbe una partita aperta, prefigurando per la prossima primavera un ballottaggio. Il Sondaggio inoltre indica anche gli orientamenti di voto verso i partiti attribuendo: al Pd il 36% a pari merito con il PdL; a Sinistra e libertà e UDC il 4%; Idv il 3,5%; i Comunisti italiani e Rifondazione 1%; l’Api di Rutelli e Verdi al 1,5%; Generazione Italia-Fli di Fini totalizzerebbe un 3%, l’Udeur l’1%; Mpa, Noi Sud e La destra 2%, altri andrebbero al 2,5%.

Intanto il Centro-destra è sempre più diviso e il PdL sempre più isolato. Ha perso quasi tutti i partiti minori e se gliene è rimasto qualcuno rappresenta risultati da prefissi telefonici. In effetti i partiti minori, i così detti cespugli, UDEUR,  MPA, ADC, Noi Sud, Nuovo PSI e caso a parte l’UDC, mugugnano e meditano risoluzioni diverse, per rispondere alla protervia e alla mancata consultazione da parte dei vertici provinciali del PdL, a questi si è aggiunto di recente anche Futuro e Libertà per l’Italia, il Partito di Gianfranco Fini, rappresentato in provincia da Michele Sarno e Gerardo Motta.

Fin dal  giorno dopo la vittoria elettorale e l’insediamento di Edmondo Cirielli a Palazzo S. Agostino, i Partiti più piccoli del Centro-destra sono stati fagocitati e per niente presi in considerazione, nemmeno per una normale consultazione, così come per la scelta degli assessori, che è stata effettuata in perfetta “solitudine” da Cirielli, nel senso che non si è stati nemmeno interpellati, e  per contro, nella maggioranza dei casi le loro richieste sono state del tutto ignorate.

Giorno dopo giorno, i partiti hanno trovato molte difficoltà nel gestire i propri Consiglieri, nella buona parte dei casi ammansiti dal contatto con il potere, e costretti a scegliere tra il “militarismo” e l’appartenenza politica, facendo prevalere il primo. Così i partiti così detti minori, hanno perso le loro rappresentanze e per contro si è “gonfiata” l’Associazione “Principe Arechi”, risultata essere una sorta di pre-camera di accesso all’odore del potere.

L’unico Partito, che ha resistito fino a qualche giorno fa, è stato l’UDC, sotto la guida di Ciriaco De Mita e dei vari Luigi Nocera, Giannino Russo, Giovanni D’Averio, dettando anche condizioni ed ottenendo, proprio per la sua posizione anomala, indipendentemente dal condividerla, Assessori Regionali, provinciali, posizioni di comando, incarichi come quello del Commissario alla Sanità salernitana Francesco De Simone, fortemente contestato dallo stesso Cirielli, e voleva essere della partita anche nella scelta del Candidato Sindaco di Salerno.

Ogni invito sia di De Mita che dei vari partiti praticamente esclusi dal tavolo è stato praticamente ignorato e così sono volate anche parole grosse e i due si sono aggettivati a vicenda, e se per De Mita, Cirielli è un “Napoleone Buonaparte“, per Cirielli, De Mita è un “Bokassa“.

Intanto il PdL appiattito sulle posizioni di Cirielli ha escluso quasi tutti dal tavolo politico e dalle decisioni a partire dall’UDC che incomincia anche ad avere al suo interno degli scricchiolii, tanto che i due assessori provinciali, Mario Miano e Nunzio Carpentieri hanno preso le distanze da De Mita e dal Partito per schierarsi a favore di Cirielli, evidentemente, ritenendo sia più comoda una “poltrona” a Palazzo S. Agostino, che una “sedia” nell’UDC.

La strategia di Cirielli è più basata a spingere freneticamente sul potere che sulle alleanze politiche e in questo è aiutato dai suoi due fedeli assessori  Antonio Mauro Russo e Antonio Iannone, rispettivamente Coordinatore e Vice del PdL che anziché costruire ed aggregare, dividono ed escludono. E così ormai è rottura totale con il Ministro Mara Carfagna, fuori da ogni decisione; il Partito di Fini FLI è stato  aprioristicamente escluso; i partiti minori completamente ignorati; rotto ogni rapporto politico organico con l’UDC; diventa veramente difficile pensare che un PdL del tutto rimaneggiato, o meglio con l’Associazione “Pricipe Arechi” appena allargata ad un “manipolo di transfughi”, provenienti dal Centro-sinistra e dai vari cespugli e cespuglietti, possa vincere le elezioni.

Così come è difficile pensare che si possa affidare la scelta del candidato Sindaco ad un sondaggio, esautorando di fatto, partiti, alleanze e politica, riducendo la partecipazione ad un esercizio di Marketing, che non tiene conto di strategie, di programmi di alleanze, ma che sottopone solo dei nomi. Gli intervistati hanno scelto per conto dei partiti e per conto degli iscritti dei partiti, hanno indicato chi candidare, non cosa candidare.

Senza mettere in discussione il sondaggio e la serietà della IPR Marketing, Cirielli e il PdL  scegliendo questo sistema, hanno abdigato rispetto al loro ruolo, rinunciando a scegliere e mettendo sullo stesso piano un candidato, senza per questo discuterne il valore, e un dentifricio o una mozzarella o qualsiasi altro prodotto, mostrando una concezione politica esageratamente indirizzata verso un concetto di democrazia partecipativa basata sulle “pulsioni” del momento, registrate in un sondaggio.

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