Cecilia Francese: Sulla Sanità e l’Ospedale, promesse al vento nel gioco delle parti

Per Cecilia Francese di Etica per il BuonGoverno sulla Sanità e l’Ospedale, Promesse al vento e gioco delle parti! La Sanità non è una questione burocratica. Si apra un pubblico dibattito. La comunità deve partecipare alle scelte.

Che succederà degli Ospedali della Piana del Sele? L’Ospedale Unico , come nelle previsioni del decreto 43, tornerà ad essere una priorità per la politica sanitaria regionale? Il direttore generale, che si appresta ad approvare l’ennesimo piano aziendale, ha fornito indicazioni?

Cecilia Francese
Cecilia Francese

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – La questione della Sanità nella Piana del Sele; il destino degli Ospedali di Eboli e di Battipaglia; il mancato finanziamento regionale dell’Ospedale Unico della Valle del Sele; l’iniziativa congiunta e la relativa proposta avanzata dal Commissario prefettizio di Battipaglia Mario Rosario Ruffo e dal Sindaco di Eboli Martino Melchionda; la risposta piccata del Sindaco di Roccadaspide Girolamo Auricchio disposto a tutto anche ad andare a braccetto con Squillante, per Salvare il suo Ospedale; l’incapacità della Regione Campania, di sviluppare le politiche sanitarie in maniera corretta e rispondenti alle reali necessità degli utenti; hanno spinto Cecilia Francese, medico endocrinologo e leader del Movimento politico Etica per il Buongoverno a fare una riflessione sulla gestione della salute sul nostro territorio, e sulla base delle sue riflessioni, quale potrà essere il futuro della medicina a sud di Salerno se non si affronta in maniera corretta le varie questioni che sono prioritarie a fornire servizi adeguati piuttosto che condurre in maniera episodica e disorganica la Sanità in generale e quella sul nostro territorio in particolare.

E Cecilia Francese si pone un’altro quesito: mentre qui litighiamo tra Bttipaglia ed Eboli, non ci accorgiamo che il disegno è potenziare l’Agro-nocerino e il Vallo rendendo la nostra medicina sempre meno incisiva e più debole, subalterna e per nulla rispondente ne in termini numerici e ne in termini qualitativi.

Agli inizi di gennaio – scrive nella sua lunga nota politica – si e’ svolto un incontro fra il direttore generale dell’ASL Salerno unica, rappresentanti istituzionali locali e regionali  e rappresentanti sindacali sulla situazione sanitaria della nostra area.

L’attesa era notevole! Questo incontro veniva presentato come fondamentale per rimettere ordine nella politica sanitaria della Piana del Sele, eliminare incomprensioni, ridare serenita’ a tutto il comparto, ridefinire la sorte ed il ruolo dei quattro ospedali della zona ponendo fine a quello stillicidio di voci sulla sorte di questo o quel presidio ospedaliero, dopo la misera fine del nosocomio agropolese.

Cosa e’ avvenuto in realta’ in quella sede? L’impressione che si ha, incrociando le varie fonti, e’ pero’ tutt’altro che esaltante:

Il “commercialista” che si diverte a disegnare la politica sanitaria in provincia di Salerno ha introdotto con grande senso di apertura: nessuna chiusura di ospedale, negli ospedali dove c’e’ accorpamento di reparti massima disponibilita’ a ricomporre i vecchi reparti, massima disponibilita’ ad implementare i reparti di eccellenza nei vari ospedali.

Tutto bene quindi? Sindaci contenti! Operatori sanitari contenti! Sindacati contenti (tutti?)! ……un tripudio insomma!

Strano! Eppure pare che alla base di tutto ci sia stata una precisazione di carattere generale: ” le assunzioni sono bloccate!” .

Una domanda sorge spontanea – si chiede la Francese -: ma come faranno gli ospedali a sopravvivere senza che si sblocchi la capacita’ di assunzione visto il livello insostenibile di carenza di personale in questi presidi?

E se il personale non si assume, come si fanno a riaprire i reparti che oggi sono accorpati per ridare dignita’ agli operatori sanitari ed ai pazienti che vedono sempre piu’ precipitare il livello di assistenza?

Noi una proposta ce l’abbiamo e non da oggi: dinanzi allo scandalo dei 22 milioni annui di prestazioni professionali in “ALPI” spesi in provincia di Salerno, basterebbe ridurre questa elargizione generosa ed assumere ( senza nessuna crescita di spesa per il bilancio dell’ASL) qualche centinaio di nuovi medici e di infermieri per ridare una altra immagine alla sanita’ della nostra provincia e consentire davvero di riaprire reparti accorpati e ridare dignita’ ad interi presidi ospedalieri. Ma su queste cose che la CGIL ha denunciato da tempo, il direttore generale ha preso impegni? Non risulta!

Forse – avanza le sue opinioni – per ridefinire gli organici dei vari ospedali basterebbe procedere ad una standardizzazione dei carichi di lavoro. Fare una determinata prestazione prevede un certo tempo, lo stesso,  sia se la si fa ad Eboli che la si faccia a Vallo della Lucania, forse basterebbe vedere quante di quella determinata prestazione  si fanno o sono richiesti in ogni ospedale per capire quanto personale occorre in ciascun presidio per potere definire quanto personale occorre per quella prestazione. Su questo il direttore generale ha preso impegni? Non sembra.

Forse tenere tanti ospedali che fanno la stessa cosa a pochi kilometri l’uno dall’altro non va bene nella Piana del Sele, ma non va bene neanche nell’Agro nocerino. Come mai pero’ nella Piana gli ospedali che dovevano essere riconvertiti vengono chiusi e nell’Agro non si procede neanche alla riconversione di quelli esistenti ed anzi vi sono ospedali che dovevano esser chiusi che vengono reinseriti nell’ambito dell’emergenza come se nulla fosse? Su questo il direttore generale ha dato spiegazioni? Non sembra!

Forse dire ad un sindaco che non si tocca il suo  ospedale e che si mantiene, ad esempio, anche la Cardiologia, sapendo che in questo modo in quella struttura l’unica cosa che potra’ essere fatta e’ quella di ricevere il paziente e poi chiamare al piu’ vicino presidio attrezzato con emodinamica per inviargli il malato,  non risponde ad una “vera politica sanitaria”, ma semplicemente a tenere buono quel sindaco per qualche mese, fino a quando dinanzi alla manifesta inutilita’ di quel reparto la chiusura verra’ “spontanea”! Su questo sono state offerte garanzie? Non sembra!

Forse – aggiunge ancora la Francese – tenere chiusa la Medicina Nucleare di Battipaglia, punto di riferimento dell’intera provincia di Salerno, non risponde a pieno ad una logica di buona sanita’ e crea problemi a centinaia di pazienti, nonche’ alle stesse strutture sanitarie costrette a rivolgersi al privato. Su queste cose sono stati forniti chiarimenti? Non sembra.

Forse spostare un laser per l’oculistica da un ospedale quale quello di Eboli, dove da quanto tempo siano rotti oltre al laser altri macchinari quali quello del campo visivo ed altri ancora si e’ perso il conto, non risponde alla logica di voler valorizzare le eccellenze dei presidi esistenti nella Piana. Su questo sono state fornite spiegazioni? Non sembra.

Forse  l’affidare all’esterno la assistenza domiciliare, nonostante le indicazioni del Ministero della Sanita‘ non risponde per intero ad una logica di trasparenza nella gestione della politica sanitaria in provincia. Su queste cose sono state date delucidazioni? Non sembra!

Forse se un reparto  di Nefrologia non si limita alle dialisi, ma si misura e si impegna  nello studio delle patologie nefrologiche , soprattutto dopo che l’intero reparto ( grazie al privato e’ stato completamente ristrutturato!), dovrebbe essere elemento di vanto della sanita’ dell’intera area, e forse la logica dei tagli non dovrebbe mettere sotto tiro proprio questa attivita’,  ne’ puo’ essere la sola dialisi lo scopo di un reparto di tale livello. Se cosi’ non fosse qualche dubbio sulla valenza della politica sanitaria verso la Piana avrebbe motivo di insorgere? Su questo sono state fornite certezze? Non sembra!

Forse se un reparto di Pneumologia sorge con grande sacrificio in un ospedale della Piana e diventa punto di riferimento per l’intera provincia, andrebbe incoraggiato. Si puo’ dire che si vada in questa direzione allorquando si individua lo stesso reparto in un ospedale dell’Agro, che avrebbe dovuto essere chiuso, e si dirottano in quella direzione investimenti ed attenzione? Su questo sono state fornite spiegazioni? Non sembra!

Forse se in qualche ospedale della Piana ci sono situazioni di doppio primariato, di cui semmai uno gestisce  2 posti letto, non si va proprio nella direzione della riduzione della spesa sanitaria. Su questo sono state annunciate iniziative? Non sembra!

Ma in conclusione parlare della sanita’ ospedaliera nella Piana del Sele oggi , cosa significa per ” il direttore generale“?E’ stato chiarito? Non sembra! per noi  significa, come ha deliberato anche il consiglio comunale di Eboli, di “Ospedali Riuniti della Piana del Sele“, in cui ognuno dei presidi in questione abbia un ruolo riconosciuto e reale e con un solo coordinamento sanitario ed amministrativo, ma anche con primari unici di stessi reparti anche se articolati su piu’ plessi!

Ed in prospettiva, che succedera’ degli Ospedali della Piana del Sele? Si continuera’ fino a “consunzione naturale” dei presidi attuali, progressivamente svuotati, nonostante le apparenze, di valenza e di “significato”, nel crescente disinteresse dei cittadini che sempre piu’ in quei presidi non troveranno le risposte sanitarie richieste, o “l’Ospedale Unico della Piana del Sele” disegnato come era previsto prima del decreto 43, tornera’ ad essere una “priorita’ ” per la politica sanitaria regionale? Su questo il direttore generale, che si appresta a mettere in campo l’ennesimo piano aziendale, ha fornito indicazioni? Non sembra!

Ma se a quella riunione di inizio gennaio non si e’ parlato di queste cose, di che si e’ parlato? E di cosa avevano motivo di essere soddisfatti la dirigenza dell‘ASL salernitana, i livelli istituzionali locali e regionali e le organizzazioni sindacali (non tutte!)? Non vorremmo ritrovarci dinanzi ad un rituale vecchio, ammuffito e francamente ormai stancante, fatto di “promesse  al vento” sulle quali, ognuno delle parti in causa, in un indecoroso “gioco delle parti” cerca di trovare qualche “briciola” su cui avventarsi per poter dire: “abbiamo ottenuto un risultato”!

La domanda che poniamo e che ci rivolgiamo e’ una soltanto: siamo sicuri che “quel risultato” che ognuno pensa o “spaccia” come ottenuto, sia effettivamente quello che i 250.000 cittadini che potenzialmente sono fruitori della sanita’ della Piana del Sele si aspettavano per vedere migliorata la qualita’ della risposta sanitaria nella area? Noi ne siamo poco convinti! E neanche ci hanno tolto questi dubbi il commissario Ruffo ed il sindaco di Eboli nella conferenza stampa che si sono affrettati a tenere. Vediamo confusione, ambiguita’ e scarsa chiarezza degli obiettivi . Ed ancora una volta constatiamo che il commissario di Battipaglia si e’ avventurato su una questione che potrebbe segnare in modo indelebile il futuro della nostra città,  senza ritenere opportuno incontrare le forze politiche e sociali per informarle dello stato dell’arte.

Per questo – conclude Cecilia Francese – ci riproponiamo di aprire un pubblico dibattito con istituzioni, operatori sanitari ed associazioni dei cittadini utenti, forze politiche, dei comuni interessati da qui a qualche giorno.

La sanita’ non e’ semplice questione “burocratica” indipendentemente di cio’ che pensa qualche “mega manager“, essa attiene direttamente alla qualita’ della vita di una comunita’, per questo quella comunita’ deve essere partecipe delle scelte che vengono assunte su questo campo”.

Battipaglia, 26 gennaio 2014

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