Dopo il vertice di Bruxelles, l’Europa cambi verso

Dopo il vertice di Bruxelles ora per rilanciare un nuovo modello l’Europa cambi verso.

Un fronte sempre più ampio converge sulla necessità che l’Europa abbandoni il rigorismo e riveda i vincoli risalenti al 1993. La ripresa e il ruolo dell’Italia è centrale è per il rilancio dell’economia della nuova UE.

Renzi-Barroso
Renzi-Barroso

di Ettore Rosato
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

ROMA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo che ci è pervenuto di Ettore Rosato, coordinatore di AreaDem, che commenta i risultati dell’incontro di Matteo Renzi in Europa -.

Matteo Renzi è ripartito dal vertice di Bruxelles di ieri e oggi, per rilanciare un nuovo modello di Europa: che riveda i vincoli di finanza pubblica risalenti al 1993 e crei le condizioni per una crescita in tutto il continente. C’è un fronte sempre più ampio che sta convergendo sulla necessità che le istituzioni europee abbandonino il rigorismo sponsorizzato in questi anni, e sono ormai molti, quelli consapevoli che la ripresa in Italia è vitale per il rilancio dell’economia di tutta l’Ue.

Ettore rosato
Ettore rosato

A Bruxelles ci siamo presentati con un biglietto da visita non indifferente: un pacchetto di riforme ambizioso e importante, che dimostra la volontà dell’Italia di tornare ad essere un modello positivo per l’Europa sotto diversi profili. Agli annunci di questi giorni stanno già seguendo dei fatti, ad altri ne seguiranno ancora. La riforma elettorale è ormai avviata, sarà corretta al Senato e potrà essere licenziata nei prossimi due mesi dal Parlamento. E così, anche la riforma del Senato sarà finalmente calendarizzata in Parlamento, dopo che se ne è parlato per anni. Un ruolo molto importante lo riveste anche il Jobs Act, che è solo primo di una serie di interventi sul mercato del lavoro per semplificare, agevolare e favorire nuova occupazione. Ed è questo il punto che forse ha più colpito gli interlocutori con cui il premier si è intrattenuto in questi giorni.

Matteo-Renzi-Angela-Merkel
Matteo-Renzi-Angela-Merkel

In questo vertice, l’Italia è stata vista come protagonista di un cambio di passo che sta modificando anche i rapporti verso l’Europa. Ed è importante anche per l’Ue contare per il resto del 2014 sulla guida di un Paese dinamico e che ha voglia di rimettere in discussione molto di questi ultimi anni di governo europeo. Cinque anni di tecnicismi, che hanno allontanato inesorabilmente i cittadini dalle istituzioni, rompendo quel rapporto fiduciario lentamente costruito dalla creazione della prima Comunità europea ad oggi. C’è il rischio che le elezioni del 25 maggio si trasformino in un’arma per tanti cittadini frustati e amareggiati per sfogare la propria rabbia e insofferenza rispetto ad una crisi economica per la quale l’Europa ha fatto ben poco per trovare vie d’uscita. Noi questo lo dobbiamo impedire. Sappiamo che per cambiare le regole a Bruxelles, è importante che il prossimo Parlamento europeo sia il più europeista, possibilmente anche il più progressista.

Come Partito Democratico saremo impegnati nelle prossime settimane in una campagna elettorale porta a porta, per convincere amici e conoscenti che è in Europa che ora dobbiamo portare lo stesso vento di cambiamento che abbiamo portato in Italia. Cambiando verso. Anche all’Europa.

@Ettore_Rosato

Roma, 22 marzo 2014

2 commenti su “Dopo il vertice di Bruxelles, l’Europa cambi verso”

  1. Allentare i vincoli del fiscal compact o Patto di bilancio europeo,che nei punti cardine contiene:
    1 obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio (art. 3, c. 1)
    obbligo di non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% del PIL (e superiore all’1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del PIL)
    significativa riduzione del debito pubblico al ritmo di un ventesimo (5%) all’anno, fino al rapporto del 60% sul PIL nell’arco di un ventennio (artt. 3 e 4).
    impegno a coordinare i piani di emissione del debito col Consiglio dell’Unione e con la Commissione europea (art. 6),no può come già diventato,essere e persistere come zavorra di una reale crescita economica,si paventa che l’inserimento in costituzione del vincolo di pareggio del bilancio possa portare alla dissoluzione dello stato sociale.
    Poi mi accorgo che,Ogni giorno si svolgono in italia decine di convegni , congressi, riunioni, presentazioni cui partecipano politici, sindacalisti, falsi filosofi, nullafacenti ecc. Da questi incontri non esce una decisione, non una proposta concreta ma solo chiacchiere. Quanto costano? Chi paga? Quanto pesano sulla produttività? Quanto risparmierebbero lo stato e le aziende senza che ne derivi alcun danno per la collettività? E’ auspicabile una seria “spending review” anche su questo aspetto. Si aprirebbe un solo problema: cosa farebbero tutti questi partecipanti visto che mediamente non sanno fare altro?
    IL GIAPPONE HA AUMENTATO IL DEBITO PUBBLICO GIA’ STELLARE,E LA SUA ECONOMIA TIRA,LE SUE AZIENDE VANNO BENE NELLE PIAZZE AFFARI,DUNQUE IN EUROPA O SIAMO AL SADO-MASO,OPPURE DAVVERO VI E’ UN SORDIDO PIANO DI IMPOVERIMENTO GENERALE!

    Rispondi

Lascia un commento