Eboli: Si è conclusa con un successo la 1^ BerlinguerFest

Si è conclusa con un successo nel centro storico di Eboli la 1^ BerlinguerFest: Tre giorni di incontri e dibattiti.

La BerlinguerFest e la marcia della pace sono state organizzate dalla sinistra alternativa di BerlinguerLab, e riparte la battaglia politica che vuole mettere al centro l’uomo ed i suoi bisogni.

Berlinguerfest 2015-Dibattito-Podemos
Berlinguerfest 2015-Dibattito-Podemos

di Marco Naponiello
per POLITICAdeMENTE il Blog di Massimo Del Mese

EBOLI –  Veniamo dunque a vedere nel dettaglio, dopo averla precedentemente promozionata, questa manifestazione fortemente voluta dal Berlinguerlab, una officina del “libero pensiero” di recente costituzione che anela a rimettere in movimento le istanze di quel popolo della sinistra orfano da tempo di un punto si riferimento, e sarebbe d’uopo anche un importante momento di arricchimento del profilo politico locale e nazionale, che altrimenti vedrebbe un noioso appiattimento verso il basso dell’offerta, fatta del solo partito democratico ove al suo interno vi sarebbero paradossalmente i classici schemi di maggioranza ed opposizione ed al di fuori quasi un deserto.

BerlinguerFest 2015-Dibattito
BerlinguerFest 2015-Dibattito

La prima serata del Berlinguer Fest si aperta col il dibattito dal titolo: Syriza in Grecia, Podemos in Spagna e in Italia?

Un interessante quesito che riguarda appunto quell’horror vacui, ovvero la mancanza di un grande consenso a vantaggio delle formazioni della sinistra italiane rispetto a quelle degli altri paesi del mediterraneo,(Grecia e Spagna su tutte) nonostante una esiziale crisi economica che naturalmente dovrebbe a buon senso, catalizzarli. Al dibattito sono intervenuti Claudio Grassi della Direzionale Prc e Francesco Valerio Della Croce responsabile comunicazione Pdcd’i. Ha moderato l’intervento l’ex sindaco di Eboli ed assessore regionale Gerardo Rosania. L’introduzione e’ stata affidata al membro del BerlinguerLab, Massimliano Curcio che ha evidenziato  i tratti salienti del laboratorio politico e l’esigenza per cui esso è nato.

BerlinguerFest-Dibattito-Ceneri della Sinistra
BerlinguerFest-Dibattito-Ceneri della Sinistra

“Noi non possiamo attendere passivamente la prossima nascita di un soggetto a sinistra del partito democratico, che volga lo sguardo verso le tematiche sociali più di intese di sinistra, dobbiamo farci parte diligente e siamo pronti a dare il nostro contributo. – Continua CurcioL’abbiamo intitolato a Berlinguer questo progetto, perché lo riteniamo l’ultimo grande leader della sinistra, che è stato sensibile ed ancora molto attuale con alcune sue geniali intuizioni: come la questione morale,il dialogo coi cattolici, la questione meridionale, il rapporto partiti-società, ed urge allo stato dell’arte una nuova idea di movimento di sinistra, con una identità propria senza mutuare automaticamente esperienze estere come Syriza in Grecia e Podemos in Spagna, nate e sviluppatesi in altri contesta!”

BerlinguerFest 2015-Dibattito-pubblico
BerlinguerFest 2015-Dibattito-pubblico

I due illustri ospiti entrambi dirigenti di partito intervenuti, si sono trovati d’accordo sul fatto che oramai i partiti della sinistra tradizionale e tutte le loro diramazioni ed associazioni a loro affiliate hanno esaurito il percorso politico. Che realisticamente rimane solo un vano simbolismo di codesti obsoleti partiti, soppiantato da un personalismo sfacciato che distrugge l’immagine del partito stesso come luogo aggregativo, riducendone le decisioni in mano a pochi; auspicando al contempo l’inizio di una nuova fase organizzativa la quale deve essere aperta al più presto, facendo tutti un passo indietro in vista dell’incontro che si terrà a Roma dal 6 fino all’8 novembre a livello nazionale fra tutte quelle forze che si richiamano alla sinistra italiana, più quelle che sono già emigrate dal Pd  il riferimento diretto è  ai due parlamentari maggiormente conosciuti come Pippo Civati e Stefano Fassina, gli ex eretici della minoranza interna, cosi chiamata, fieri oppositori della prima ora al  renzismo.

1 Berlinguerfest 2015-Dibattito Buona scuola
1 Berlinguerfest 2015-Dibattito Buona scuola

Vi è da registrare che Il dibattito e’ stato molto vivace e al contempo spigoloso,con una sostanziosa presenza di pubblico attento, una platea arricchita inoltre anche da persone arrivate dai comuni limitrofi, che ha  interloquito spontaneamente con gli ospiti e in qualche caso mettendoli in difficoltà con una serie di domande argute che hanno spaziato dalla sinistra storica italiana sino alle ultime riforme varate dal governo Renzi, ai referendum in itinere, e infine dal bisogno di  un nuovo assetto di tipo comunicativo che la sinistra deve trovare la forza di elaborare. Passaggio obbligato essendo una festa caratterizzata dall’immagine forte ed iconografica di Enrico Berlinguer un’ analisi approfondita su alcuni aspetti del pensiero belingueriano, sempre più’ moderno e profetiche di questa società interattiva e telematica, che nella lunga segreteria del leader sardo si iniziava già ad intravedere; potremmo concludere che visti i limiti attuali e il dissolvimento della sinistra stessa dopo la fase bertinottiana, quella dell’ex segretario PCI sia quasi ”ingombrante” per questa sinistra 2.0. L’incontro si e’ concluso con un bel concerto seguito ed applaudito del “Terronista”, un giovane artista underground.

Berlinguerfest 2015-Pubblico
Berlinguerfest 2015-Pubblico

La Seconda serata al Berlinguer Fest ha avuto al centro del dibattito  un  titolo icastico:

”La “buona scuola”…..Per chi?

Ha  moderato la discussione Dina Balsamo professoressa e membro del Belinguer Lab , con la partecipazione del Prof Rosario Coccaro (editorialista di questa testata) ex dirigente scolastico, oltre alla presenza doverosa di una sindacalista, ovvero quella di Maria Teresa d’Alessio segreteria Flc Cgil Salerno. Il dibattito e’ stato anche in questo frangente ricco di spunti di riflessioni grazie al contributo dell’ottima presenza, sopratutto docente e dunque tecnica, dei relatori tutti all’happening inerente il futuro della formazione scolastica nel nostro Paese. Il tema portante non poteva che essere la riforma della cosiddetta “Buona scuola” con richiami allarmati ad un processo scolastico che vede la sua trasformazione, che parte da lontano  con l’allora Ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer.

Marcia della Pace-1
Marcia della Pace-1

Elementi costitutivi al dibattito sono stati segnalati principalmente la figura del dirigente manager, i presidi del nuovo millennio che diventano certificatori del lavoro svolto dagli studenti,del recepimento da parte dei plessi scolastici di fondi privati per l’attività’ scolastica,innescando  cosi una pericolosa concorrenza a creare delle scuole di serie A e serie B. Vi sono anche profili di potenziale incostituzionalità nel DDL della scuola, e dunque porre la fiducia da parte del governo sulla riforma della scuola ha avuto il  significato non consentire al Parlamento di operare un franco dibattito sull’educazione pubblica e dunque attinenti alla tutela di diritti costituzionali con gli art. 33 e 34. Infatti, il provvedimento varato prevede opzioni discrezionalità legislativa destinate a riverberarsi in un prossimo futuro su milioni di studenti ed operatori dell’istruzione, in senso più ampio su una struttura portante dello Stato sociale che di concerto al blocco del contratto degli insegnati fermo al 2009, esacerba gli animi,  a ciò si aggiunge che adesso con la riforma in essere non potrà aggiornarsi al costo della vita, in virtù di varie sentenze e non ultima quella della corte di Cassazione.

Marcia della Pace
Marcia della Pace

Altro elemento costitutivo di dubbia valenza costituzionale di questa riforma e’ l’imposizione ben precisa della “migrazione” dei vario corpo docente sull’intero italiano, spaccando famiglie e mettendo in crisi le finanze dei docenti stessi tra i peggio pagati del continente. Anche la peregrina riforma dell’Isee (‘Indicatore della situazione economica equivalente, lo strumento di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali) ha contributo ad a abbattere i benefici per gli studenti attraverso le essenziali borse di studio e detassazioni, tutto questo cagionato dalla rivalutazione degli immobili, tramite l’aggiornamento degli estimi catastali, un espediente  scaltro dello Stato per prendersi tributi maggiorati a fronte della svalutazione globale del nostro mercato immobiliare. In ultimo e non per ordine di importanza naturalmente e’ stata esclusa dalla riforma del governo ,la scuola dell’infanzia, peraltro le ragioni non son state bene acclarate ma anche quest’altro cardine dell’istruzione pubblica è giustappunto  di vitale importanza, essendo l’embrione del sistema che dovrà formare i cittadini del domani.

Marcia della pace 3
Marcia della pace 3

E giungiamo a domenica 20, ove si svolge l’evento clou di tutto il “triduo” del BerlinguerFest, ovvero sia: “la marcia delle donne e degli uomini scalzi”, una manifestazione di grandi valori emblematici, essa è partita alle ore 11 dal piazzale antistante il vecchio stadio Massajoli, ove decenni orsono i caporali della piana reclutavano i braccianti indigeni da far lavorare nei terreni agricoli, questi erano i “migranti” indigeni del lavoro che vendevano le loro forze al ribasso accomunati a questi odierni nella disperazione e nello sfruttamento atavico dell’ uomo sull’uomo, come primaria fonte spregevole di ricchezza riservata a pochi. Presenze simboliche sono quelle storiche della sinistra cittadina, l’ex sindaco Gerardo Rosania e l’ex assessore Donato Santimone, il professor Antonio Gasparro e la figlia Maria,  i giovani dirigenti Massimiliano Curcio, Mariateresa Imparato e Antonio Pindozzi, i socialisti Antonio Lioi e Marco Lamonica ed il ristabilito dopo un grave incidente, Carmine Campagna, ad attestare la ritrovata unità su temi fondanti del popolo della sinistra; graditissima inoltre  la presenza e degna di segnalazione, di Don Alfonso Raimo che a nome della chiesa ebolitana ha voluto prestare una sua testimonianza, oltre a tanto ma tanto popolo, molto di più di quello che si aspettavano gli stessi organizzatori.

Marcia della Pace-2
Marcia della Pace-2

Dunque un torpedone silenzioso apolitico ed apartitico, si è dipanato per le vie cittadine, accompagnato da ali due ali di curiosi che tutto sommato hanno apprezzato la lodevole iniziativa, arrivando la carovana di uomini e donne sino nelle viuzze del centro storico, dove la proprietaria del ristorante “Cantina segreta, la signora Cinzia Belardi, ha voluto offrire un rinfresco molto apprezzato dai madidi partecipanti. Si giunge cosi dopo un lungo e appassionato cammino al punto di arrivo, piazza dei Barbacani, luogo anch’esso simbolico di quel centro storico eburino che ospita molti lavoratori immigrati, spesso in condizioni alloggiative disumane, e qui vi son stati tre brevi quanto significativi interventi: il primo da parte del cardiologo-filantropo Massimiliano Voza, sindaco peraltro del comune di Santomenna, il quale ha narrato la sua vicenda umana come attivista umanitario nella Siria di oggi, tra rischi concreti nei passaggi di confine sino ad arrivare ad una profonda conoscenza eziologia delle tragedie (marine e terresti) che quotidianamente inondano i media mondiali, le responsabilità dell’occidente con gli Assad prima e dopo, oltre che l’ISIS “neonazista” : “…è il frutto, questo olocausto,  dell’imperialismo USA, con la voluta complicità dell’Europa, degli errati modelli di democrazia “esportati”;  ho visto coi miei occhi a Kobane e non solo quanta necessità di soccorso medico vi sia, non voltiamo lo sguardo siamo anche noi figli di quella contaminazione multirazziale dal vicino Medioriente o dall’Africa, sono il prodotto questi fenomeni di flussi migratori, dello sfruttamento occidentale, non facciamo in modo che lo sdegno si fermi,come il caso del piccolo Aylan, amplifichiamo il messaggio di civiltà.”

Marcia delle donne edeglki uomini scalzi1
Marcia delle donne edeglki uomini scalzi1

Subito appresso, il sintetico saluto per conto dell’amministrazione comunale (oltre di quella provinciale fatta da Mimmo Volpe) dell’assessore all’ambiente Ennio Ginetti, che condivide la nobiltà della manifestazione pur sottolineando che :”..Eboli è si una città accogliente, ma sempre nel rigido rispetto dei protocolli di legge, infatti non si può oggettivamente prescindere da queste!”

Terzo e conclusivo intervento, quello dell’algerino Rachid, che vive in Italia da oltre un ventennio e confrontando la situazione attuale con quella degli anni 90, evidenzia come anche l’atteggiamento degli italiani sia cambiato verso l’immigrato, complice purtroppo negli ultimi sette anni le ristrettezze economiche causate dalla crisi, ma ha tenuto a precisare :”..queste persone non sono migranti economici, ma solo delle famiglie che scappano dalla morte certa, io nella mia nazione conosco il mostro del terrorismo, l’incertezza e la paura che incute nella popolazione chi obbiettivamente rischierebbe la vita in tali condizioni al limite del sopportabile, se non disperato? Grande vergogna è in specie del mondo arabo, composto di 22 paesi, alcuni molto ricchi, che non stanno muovendo un dito per i loro fratelli mussulmani.”

Marcia delle donne e degli uomini scalzi
Marcia delle donne e degli uomini scalzi

Domenica sera si è svolto l’atto conclusivo della kermesse del BerlingueFest con il dibattito conclusivo, dal titolo icasticamente funereo: “La sconfitta del centro sinistra. Le ceneri della sinistra.”

Sotto la sapiente regia nella piazzetta dei Barbacani, da parte di Donato Santimone, si è dipanata una discussione interessante, con un tavolo di ricchi relatori dalle idee polifoniche, come il prof Erasmo Venosi, astrofisico, l’ex sindaco Gerardo Rosania, il noto giornalista Antonio Manzo, la giovane attivista Maria Gasparro, e l’avv. Federico Conte primo dei non eletti nelle fila del PD nelle ultime regionali e membro del direttivo nazionale del medesimo.

Il concetto della sconfitta e le cause gestionali della stessa, degli ultimi dieci anni sono stati il leitmotiv  della serata.

Debutta la Gasparro, spiegando il perché del BerlinguerLab,:” noi non abbiamo consiglieri, dunque dobbiamo ricreare dal basso il tessuto di consenso, ci siamo resi conto che avevamo difficoltà a chiedere il voto alla gente, basta agli spazi personali che hanno disgustato gli elettori, ripartiamo dalla gente,partecipando il nostro pensiero nel momento storico attuale.”  A seguire a ruota Venosi con un breve intervento: “io dalla sconfitta ho compreso a mie spese  la complessità del panorama politico e la cristallizzazione attuale del confronto, in una sorta di bipartitismo; ho dato e darò la mia disponibilità alle battaglie futuro, ritenendo che il bipolarismo italiano sia un male da scardinare.” Conte invece orgogliosamente e con coraggio, ha rimarcato la sua personale soddisfazione dell’esperienza elettorale appena ultimata :” io sinceramente non mi sento uno sconfitto, anzi sono fiero di quel che ho costruito, non perché non conosca la sconfitta nella vita come tutti e so di partire da un punto privilegiato nella mia vita pubblica,  ma è anche vero che la mia famiglia è fuori dalla politica attiva da 22 anni. – Continua il dirigente democratico–  constato con rammarico nel ridimensionamento ideologico dell’offerta politica, il binomio potere-politica staziona difatti in mano di pochi, i partiti non sono più il medium con il popolo, ma sono solo le segreterie ed i leaders che piazzano i loro uomini, divenendo cosi un circolo vizioso.”

De plano, è intervenuto Rosania che oltre ad evidenziare l’ovvia difficoltà della sinistra cittadina e le cause che partono da lontano, da un personalismo di piccolo cabotaggio, invidie “da paese” che hanno fatto il gioco degli avversari, un modo “..cialtronesco di fare politica, incapacità enormi ed infantilismi ci hanno condotti a tale punto, ma non rinnego nulla anzi forse ho peccato di buonismo, nel 2010 non avevamo tutti capito il senso della ricandidatura di Melchionda come quella di Cariello,una voragine quinquennale si era aperta, come vergognoso il fatto che la sinistra o il centro sinistra ad Eboli non organizza una manifestazione comune da lustri, il tutto ripeto per miopi gelosie interne.”

Interessantissimo l’intervento del giornalista Manzo, autore di tante belle pagimne di informazione, che dopo un breve excursus della sua carriera come politico, di opposizione prima facie per dieci anni, come vice sindaco dello stesso Rosania in seguito, ha ricordato la sua esperienza in prima linea come alabardiere dell’Ulivo, con una lista solitaria che si fregiò di ben 5800 preferenze ed il rammarico sincero confessato ai molti astanti, una sorta di catarsi ex post, di non essersi parlati con Rosania per trovare una coesa unità della famiglia del centrosinistra,sarebbe stato un momento topico per la vita della comunità, e poi lancia una provocazione:..” io non sono stato mai comunista e mai lo sarò, lo rivendico fortemente in questa sede, ma mi piaceva il sostantivo da voi usato  di compagno, dal latino cum panis, che dava il senso della fratellanza e dell’afflato di offrire una migliore dignità esistenziale ai meno fortunati, oggi le leve della politica son in mano a pochi –continua il giornalista de Il Mattinoabbiamo avuto il caso, in questa città, di un ministro figlio di gente umile qualche decennio addietro, oggi siatene bene certi allo stato dell’arte sarebbe impossibile, mi spiace notare, ma dovunque governi il PD al sud vi si profila una emergenza democratica, in un momento straziante per il mezzogiorno, oggi il centro sinistra venuto meno lo spauracchio del berlusconismo, sembra che stia mutuando il peggio dalla prima Repubblica.”

E snocciola la sua ricetta fatta di pochi essenziali punti;:

il primo una rendicontazione della gestione amministrativa dei sindaci trimestrale, il secondo  la necessità della trasparenza amministrativa degli atti, il terzo, forse maggiormente fondante è il bene pubblico al centro dell’azione amministrativa stessa e sferra un duro monito :”..stiamo attenti ai cosiddetti project financing, troppo spesso fatti per avvantaggiare i privati a discapito dei cittadini,fatta di truffatori e faccendieri, prendiamo un esempio a noi vicino: ad Eboli abbiamo la querelle della ex Pezzullo, che dovrebbe essere riqualificata da una società avente un capitale sociale di soli, dico soli, diecimila €, ma questa per paradosso dovrebbe gestirne i 29 milioni dell’opera?-  e conclude sarcastico Manzo sfido gli attuali amministratori , affinché si facciano un selfie con questi signori e li rispediscano immediatamente da dove sono venuti, per il bene della nostra collettività!”

Cala cosi il sipario, con questo ultimo dibattito sul Berlinguerfest che lancia un segnale positivo di una ritrovata sinistra cittadina,momenti aggregativi condivisi e soddisfacenti che hanno confortato gli organizzatori; in questa tre giorni abbiamo assistito ad una fase essenziale ed arricchente del dibattito civico per tutti coloro,e son molteplici, che non si rivedono nelle posizioni dei partiti dominanti o che comunque godono di rappresentanze consiliari e parlamentari. Considerando che la società nostrana ha diverse sfaccettature, diversi bisogni che anelano a ricevere risposte concrete,prima fra tutte quella domanda che staziona in molti incontri politici coevi : “Come mai in Italia non esiste più una vera sinistra?”,certo un bel dilemma per gli analisti di settore, o per qualche politologo d’accatto, figuriamoci per i semplici cittadini, ma allo stesso tempo i cittadini medesimi si facciano parte diligente con consapevolezza e sforzi costanti, riprendano in mano il loro incerto destino con una rinvigorita forma di cittadinanza attiva, che risvegli tosto le coscienze da troppo tempo assopite.

Eboli, 21 settembre 2015

11 commenti su “Eboli: Si è conclusa con un successo la 1^ BerlinguerFest”

  1. Mi complimento con l’associazione Berlinguer Lab per le bellissime iniziative organizzate. Graditissimi sono stati anche i concerti con artisti di primissimo livello.
    Che dire, compagni avanti tutta.

    Rispondi
  2. riprendiamo il cammino tracciato dai padri fondatori della sinistra italiana,non dividiamoci ,credo che il momento storico che viviamo abbia bisogno di una grande forza di sinistra

    Rispondi
  3. Vecchie e nuove cariatidi. Non una parola sui gravaissimi fatti che attanagliano l’ospedale. Ma figurati, ma che ce ne fotte a noi dell’ospedale, dei nostri disoccupati, della delinq

    Rispondi
  4. memento fa una giusta osservazione, mancano le tematiche locali:
    la disoccupazione, lo stato sociale esangue, le paure sulle sorti del nosocomi, ord. pp, etc..
    anche se ci fosse un vecchio comunista che ha discendenti disoccupati o precari, li voterebbe?
    e i giovani lasciati a se stessi? ne parliamo?
    ed intere generazioni paurose del futuro?
    allora cari signori, fate bene a perorare nobili cause ma rammentatevi che i poveri stanno anche a casa nostra, o altrimenti sembrate che non avete contatto reale con la società!
    I MIGRANTI NON VOTANO, NON DIMENTICATELO…
    CON CHE FACCIA POI CI CHIEDETE IL VOTO!
    COSA AVETE FATTO PER NOI?

    Rispondi
    • @Alberto Il trucco è tutto lì…. loro puntano al fatto che i migranti voteranno prima o poi e vogliono mettere il cappello sopra quella bella fetta di elettorato. L’impatto sociale? Ma quando mai gliene è fregato….

Lascia un commento